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  • Sara Tosi

Radici, ispessimenti e scambi

Aggiornamento: 9 dic 2020

Il radicamento è un esercizio quotidiano. Accedere alle radici, sentire a cosa si è radicati, mettere nuove radici, scendere a livelli profondi, ma mano che si cresce, è qualcosa che l’albero fa tutta la vita così che possa crescere verso il cielo, attingere alle sostanze nutritive nella terra, penetrare nel terreno nonostante gli ostacoli, stare eretto anche nelle tempeste, avere scambi selettivi con l’ambiente, connettersi con la sua famiglia, comunicare con gli altri esseri viventi. Un albero fa tutto questo nella apparente immobilità.



“Una radice deve farsi forte per penetrare nel terreno, aggirare o sfondare gli ostacoli che incontra, fino a raggiungere l’acqua... non si arresta, è andata avanti sempre, sfoderando le sue punte, protendendo i suoi sensibilissimi peli. Le prima cellule scavatrici deterioravano e lei le rimpiazzava, quando incontrava una fonte di nutrimento sostituiva quelle indurite con altre atte a raccoglierlo, quando anche queste diventavano dure e incapaci di aspirare dal terreno produceva cellule nuove ... Così succede anche a noi: nel crescere ci facciamo la pelle dura, un po' per difenderci, un po' per riuscire a sfondare nel nostro ambiente, un po' per individuarci. Ma così facendo rischiamo di perdere la capacità di avere scambi fruttosi con il mondo che ci circonda. E allora come possiamo alimentarci?”

Tratto da Meditazioni dentro un platano



Quando non siamo ben radicati con la terra la nostra costituzione fisica è debole, più soggetta ad ammalarsi e così potremmo soffrire di dolori lombari, di vertigini, stitichezza o problemi di peso. A livello emotivo possiamo avere la sensazione di non avere la terra sotto i nostri piedi. Inoltre potremmo avere difficoltà ad affrontare le problematiche della vita di tutti i giorni, a portare a termine le cose.

Osservando le persone non radicate i piedi sembrano galleggiare nel vuoto, sono freddi e le piante dei piedi non poggiano perfettamente a terra. Lo sguardo a volte è rivolto verso l'alto, sognante, la fronte corrucciata dalle preoccupazioni e a volte gli occhi sono aperti, spaventati.

Altre volte invece abbiamo la sensazione di essere radicati, ma osservandoci bene scopriamo che ci siamo irrigiditi, viviamo all'interno delle nostre sicurezze come se le radici andassero profondamente, ma verticalmente e non si espandessero in orizzontale. Il rischio in questo caso è che l'imprevisto, che ci colpisce, ci fa cadere a terra perché abbiamo perso la morbidezza che ci permette di adattarci ai cambiamenti.


Se siamo in natura possiamo imparare a sentirci radicati sdraiandoci a terra su un prato, camminando a piedi nudi portando attenzione a tutta la pianta dei piedi, appoggiandoci con la schiena ad un albero per sentire tutta la sua apparente immobilità, facendo una passeggiata in silenzio, sperimentando o un andamento lento che ci consente di contemplare tutto quello che ci circonda senza distrazioni mentali o un passo veloce che ci aiuta a scaricare le preoccupazioni, i pensieri a terra.


Se siamo a casa possiamo dedicare del tempo a massaggiarci i piedi. In questo caso consiglio la sera di mettere i piedi in una bacinella d'acqua tiepida con l'aggiunta del sale grosso integrale. Dopo il pediluvio possiamo dedicarci al massaggio dei piedi e in particolare della pianta dei piedi così da stimolare il primo punto del meridiano energetico del rene, K1 chiamato anche fonte zampillante. Esso è la porta d'accesso per l'energia della terra, portando vitalità in tutto il corpo.

In alternativa possiamo praticare gli esercizi corporei, come la posizione yoga della montagna e la posizione base del QiGong . Una volta che prendiamo confidenza con una di queste posizioni possiamo usare l'immagine mentale dell'albero:


IMMAGINATI ALBERO


Prova almeno, vedrai, vale la pena: i piedi si sprofondano nel bosco, le dita si contorcono in radici e si allacciano subito alla terra, sotto traccia nell’erba nervi e verve, un sistema di comunicazioni totale con il mondo.


Senti il flusso del tuo sangue nuovissimo, scrosciante dall’alta nuca aerea, leggerissima, fino alla tenerezza penetrante nel sottobosco, dentro l’umida ombra della radice. Ora tu sei connesso con un moto più vasto, sei nell’orbita del pianeta, ora viaggi nello spazio aprendo verdi braccia remiganti.


Hai provato? Ora immaginati uomo.


G.M. Toti

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