Le ruote che sanano
Percorso individuale o di gruppo
Un percorso MEDITATIVO e di CRESCITA INTERIORE di sette incontri che ti aiuta a:
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prendere consapevolezza delle varie parti del corpo fisico, emozionale e energetico
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concentrare la tua attenzione mentale nel momento presente
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bilanciare gli eccessi e le carenze di ogni chakra
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guarire le ferite dell’anima
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creare uno spazio sacro di ricerca e di rinnovamento
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ritrovare il tuo centro e sperimentare uno stato di coscienza e quiete
"La meditazione è uno stato naturale dell’essere,
uno stato che abbiamo perduto,
e ritrovarlo è la gioia più grande della vita. Osho"
Non ho fatto una scuola di meditazione; credo che sia sempre stata lì ogni volta che camminavo nel bosco, ogni volta che mi ritrovavo a osservare un fiore, ad ascoltare il suono degli uccellini, a sentire il battito del cuore, ogni volta che ero nella presenza dell'altro con il cuore aperto.
Non è sempre stato facile perché nel silenzio arrivano immagini che la mente definisce piacevoli o spiacevoli, giuste o sbagliate e che attivano emozioni e stati di dolore che si trasformano in lunghe sofferenze.
Così caddi in un "baratro" senza luce e pieno di ombre che, con tutta onestà, mi facevano paura. E non sapevo come gestire tutto questo.
Ho chiesto aiuto a diversi terapeuti con la speranza che mi dessero una chiave. Ma nonostante questi percorsi mi donavano molti strumenti preziosi, con il tempo, a causa di qualcosa che facevo, ma non riuscivo a definire, mi portavano maggiore frustrazione e sofferenza.
La meditazione mi ha aiutato a vedermi da fuori nella dinamica della quale ero preda: consegnavo all'altro il potere di fare qualcosa per me..
Così un giorno ho intrapreso, con lo sciamanesimo, "un viaggio di potere". Lì ero a casa: il mondo di sotto, gli animali di potere, la foresta, il mondo di sopra e i maestri spirituali. Il suono del tamburo era qualcosa di così arcaico, che il corpo, nella sua saggezza ha riconosciuto familiare.
Mentre iniziavo a riacquistare un po' del mio potere personale, ho trovato un altro ostacolo che aveva radici ancora più profonde: l'attaccamento alle emozioni.
Ciò che mi guidava, mi faceva sentire viva, mi dava una direzione, mi definiva, erano le emozioni che provavo. L'attaccamento al mio stato emotivo era così radicato che ne dipendeva la felicità.
La meditazione e le guide che ho incontrato mi hanno accompagnata ad ascoltare, integrare, prendermi cura della parte piccola di me, con le sue ferite e le sue memorie.
La meditazione mi ha accompagnato anche a portare alla luce qualcosa di ancora più lontano, "memorie" di vite precedenti.
Il salto più grande è stato quando finalmente dopo tutto questo rumore è arrivato il silenzio, la quiete e il vuoto.
Credo che in termine tecnico si chiami "meditazione trascendentale".
Lì sono arrivata a casa, come in modo semplice ha scritto Thích Nhất Hạnh: I have arrived, I am home.
Credo che la meditazione sia tornare a casa, in uno spazio senza un luogo e in un tempo senza tempo, in uno stato puro dell'essere dove il dentro e il fuori sono distinti, ma non separati.". Sara